L’architettura moderna nelle Alpi italiane
Tra Ottocento e Novecento, i territori alpini sono interessati da profonde
trasformazioni, legate allo sfruttamento industriale delle risorse naturali e,
soprattutto, alla nascita del turismo. In questo periodo, si costruiscono in
montagna strade, ferrovie, ponti e trafori. Le industrie si insediano nei
fondovalle, in posizione strategica rispetto alle risorse idriche e minerarie.
Con l’inizio del Novecento, l’acqua diventa fondamentale per lo sviluppo
dell’industria elettrica. Nello stesso tempo, al paesaggio alpino si associano
valenze estetiche e curative. Alcune località sono scoperte come luoghi di
cura, riposo e divertimento, innescando un processo di trasformazione che
comincia con i grandi hotel, continua con i sanatori e gli stabilimenti
termali e si conclude con le stazioni sciistiche.
È un processo che raggiunge il culmine nel secondo dopoguerra, quando le Alpi
diventano un enorme cantiere a cielo aperto. Lo sviluppo dei trasporti,
inoltre, porta a una concentrazione delle produzioni e degli insediamenti: se
nella società tradizionale tutto il territorio era utilizzato in modo
equilibrato, in quella industriale poche aree sono sfruttate in modo
intensivo. L’abbandono interessa le valli più isolate, mentre i fondovalle e
le località turistiche si congestionano.