48 itinerari scialpinistici nella splendida Val Visdende
Nel variegato panorama editoriale gravitante sulle Dolomiti ben poco è stato
scritto sulla Val Visdende, estremo lembo di montagne venete incastonate tra
le Creste di Confine, le Dolomiti stesse e le Alpi Carniche. La vallata,
famosa più per i suoi prati e i boschi di fondovalle, è invero sconosciuta nei
suoi recessi più elevati, laddove la sequenza ininterrotta di cime si fonde
con il cielo oramai prossimo all’Austria e all’Europa. Un vago sapore
d’oriente si respira osservando i profili delle Alpi Giulie scintillare a
levante, per poi sfumare verso i colossi ghiacciati dei Tauri a nord e alle
più note Dolomiti schierate a sud. Uno spettacolo tanto ampio e sorprendente
che non molti hanno avuto la fortuna di apprezzare.
Tutto a qualche chilometro dal cuore del Cadore, dalla trafficata strada che
unisce Santo Stefano alla vivace e frequentata Sappada; a una manciata di
minuti dal Comelico e dalla via per la vicinissima Val Pusteria, ad un passo
dalla verde Carnia. Un mondo intero di montagne, sorprendentemente condensate
nei loro ambienti caratteristici, spunta di poco a lato del Piave, che proprio
qui nasce e inizia la tormentata corsa verso il Mare Adriatico. Tra rocce
dolomitiche, torri e spunzoni, colossi di pallido, compatto calcare e tavolati
di graniti vulcanici si legge l’evoluzione geologica del territorio,
semplicemente volgendo lo sguardo a giro d’orizzonte; una preziosa opportunità
di osservazione e di scoperta. Laddove si fermano le foreste e iniziano le
praterie o i ghiaioni si incuneano tra le vette, tutto sembra perfettamente in
equilibrio, pur nelle evidenti differenze. Un’equilibrio di forme e colori,
che va a disgregarsi, disciogliersi e mescolarsi nelle acque del fiume stesso,
fino alla pace della pianura e del mare.
La Val Visdende è anche la valle dei silenzi, abbandonata com’è dalla stabile
presenza dell’uomo, è un luogo dove il muto colloquio tra natura e
escursionista può essere ancora coltivato. Come per un misterioso incanto
infatti, sembra che tutti si siano dimenticati di questi luoghi quando altrove
si apriva la porta ad uno sviluppo tumultuoso e spesso poco accorto, tanto che
in quota non ci sono strutture turistiche, non si può salire in auto tra i
boschi, non esistono funivie e piste da sci. La valle è ancora naturale! Non
solo: descrivendone i possibili itinerari scialpinistici si coprono distanze
notevoli (circa venti chilometri da est a ovest e dieci da nord a sud). Una
sorta di vero e proprio gruppo montuoso, un territorio ampio e
sufficientemente esteso anche per chi ama spaziare e cambiare prospettive,
ambienti e scenari.
Ecco quindi l’obiettivo di questa guida scialpinistica: raccontare,
descrivere, documentare cosa si trova all’interno del meraviglioso scrigno
della Val Visdende quando la neve rende tutto ancora più affascinante e
splendente. Una guida monografica, completa ed esaustiva delle possibilità
scialpinistiche in zona, con il secondo fine, o buon proposito, di riproporre
il tema della valorizzazione e della tutela dei luoghi con un gesto davvero
concreto. È un inizio, un primo passo, ma speso nella convinzione che questi
itinerari, con la bellezza che offrono, valgano più di mille parole.