Annuario di Alpinismo Europeo
The annual round-up of European goings on from the climbing world; this year
in italian language only.
(Ausgabe 2013 erscheint nur in italienischer Sprache)
SOMMARIO UP 2013:
Tutto il meglio dell`alpinismo 2012
**I GRADI NEL BOULDER**
Si può parlare di un`inflazione dei gradi nel boulder? Che ruolo hanno gli
sponsor e i media in questa ipotetica caccia al grado?
Come interpretare il fatto che i gradi vengano visti e rivisti, e i vecchi
boulder sgradati? Che cosa influisce sulla difficoltà percepita?
A queste e ad altre domande tentano di dare una risposta alcuni grandi
boulderisti come Adam Ondra, Bernd Zangler, Nalle Hukkataival, Fred Nicole,
interpellati e sintetizzati da Elena Corriero.
**ARNAUD PETIT
** Aprire grandi vie e ripetere tutte le più grandi scalate libere che si
possano trovare ai quattro angoli del pianeta. Queste le attuali motivazioni
di Arnaud Petit, Campione del Mondo di Arrampicata Sportiva nel 1996, ormai da
qualche anno dedito alla scoperta di nuovi orizzonti verticali e intervistato
da Maurizio Oviglia.
**SILBERGEIER
** Silbergeier, Avvoltoio d’argento. Raramente un nome di una via è stato più
evocativo. Pietro Dal Pra`, grande climber italiano rievoca i suoi ricordi e
quelli dell`apritore Beat Kammerlander in un racconto/intervista emozionale ma
tecnico nella descrizione dei passi più significativi della via in Rätikon.
«Mi dicevo continuamente di non emozionarmi né agitarmi se avessi sbagliato
qualche appoggio o appiglio, mi convincevo che a ogni sensazione di errore
sarei scivolato in qualche modo senza fermarmi. Non avevo nulla da perdere… »
**TRAD MODERNO**
«Qualche italiano disposto a schiodare?» scriverà sul suo blog l`inglese
Hazel Findlay, una delle esponenti di spicco della cosiddetta arrampicata
«trad» moderna, dopo aver visitato la falesia ossolana di Cadarese. In
effetti, se non fosse stato per un italiano disposto a schiodare, forse Hazel
non sarebbe mai andata a provare The Doors, un 8a+/b schiodato da Matteo Della
Bordella e da lui salito in libera usando solo protezioni veloci.
La guerra agli spit è sempre stata combattuta, a iniziare dai californiani
John Bachar e Ron Kauk, fino agli inglesi puristi del grit britannico. «Le
linee inglesi degli anni 70 sono ancora vive, danno la stessa emozione; se
fossero state chiodate avrebbero perso interesse.»
Si tratta di considerazioni che sono state fatte raramente in Italia, dove le
derive della mentalità pseudo-sportiva hanno portato a chiodare
indiscriminatamente, spesso con la scusa della divulgazione dell`attività.